mercoledì 2 marzo 2011

...a te...

Ricordi
Il tuo corpo anche seppur ridotto a pelle e ossa è sempre il tuo, la tua voce tremolante e stanca che mi fa mille domande è la tua, gli occhi spenti, smarriti e tristi sono i tuoi, la memoria che a volte si dimentica dei nomi, delle date, delle parole è la tua. Mi ritrovo accanto un corpo esile, un viso mingherlino, le mani scure dal sangue schiacciato per le flebo che hai fatto, i capelli scompigliati, i baffi rimpiccioliti, il bel colore azzurro dei tuoi occhi è passato ad un grigio…ed io…ed io ti stavo perdendo, non ti riconoscevo più, non riuscivo a trovare più il tuo sorriso, la tua allegria. Lo so, stai soffrendo molto e da molto e la lunga degenza non fa che spegnere la forza di andare avanti. Il contesto intorno è tutto molto triste, gli odori del cibo sono sempre gli stessi, i muri e il panorama è sempre quello e piano piano la malattia si sta portando via il corpo, la mente e il sorriso e forse anche la speranza di ritornare a casa. La tua casa, quella che hai sempre amato, che hai costruito con amore, orgoglio e sacrifici, lavorando duramente insieme alla mamma e ai nonni, senza saltare mai un Natale e una Pasqua per più di sessantanni. Quella casa che hai voglia di rivedere per riabbracciarla e sentirtela di nuovo tua. Quanti mesi sono passati da allora, da quella maledetta caduta! Fra pochi giorni sono tre mesi, già sono passati tre mesi e ancora stiamo lottando tutti con te e te con noi, per poterti portare a casa e stare di nuovo insieme. L’altra settimana ho avuto un momento di disperazione, non riuscivo a trovare le forze per andare avanti, per rassicurarti e non farti vedere la mia sofferenza, la mia paura, la mia tristezza. Non riuscivo più a farti tornare quel sorriso baffuto che hai sempre avuto! E la cosa grave è che non riuscivo più a trovarlo dentro di me! Allora sono andata nella tua casa a cercare delle foto vecchie, di quelle un po’ ingiallite dal tempo e che si tengono ammucchiate nelle scatole di cartone, unite con gli elastici di una volta. Ne cercavo una in particolare a cui ho sempre tenuto molto! Ho cercato e ricercato in mezzo a quei ricordi e finalmente è uscita fuori quella la foto a cui tanto tenevo. Quella su in alto, quella in cui sono tra le tue braccia insieme a mio cugino Paolo, uniti e felici, con dei sorrisi stampati a trentadue denti. Guardavo quelle foto con tenerezza, ripensando ai momenti spassosi e allegri che abbiamo passato insieme. Tu che dicevi a tutti che ero la più bella del mondo! Che mi davi tanti baci davanti a tutti! Ed io anche se ero imbarazzata mi sentivo la tua principessa! Foto che raccontano dei periodi dolcissimi e da cui traspare tutto il tuo amore per me. E piano piano mentre le guardavo, rivendendoti così felice e spiritoso, affettuoso e simpatico, mi è ritornato in mente tutto! E ti ho ritrovato! Si ti ho ritrovato e ho pianto! Si perché tu caro babbo sei una persona, unica e straordinaria! Mi hai dato tutto: affetto, stima, fiducia, libertà, amore e solidità economica. Hai dedicato tutta la tua vita al lavoro perchè a noi figli non mancasse nulla. Ed io sarò sempre grata a te di tutto ciò che ho avuto e non sarà mai, e dico mai, abbastanza, quello che ora io faccio per te! E’ molto dura andare avanti senza farti accorgere di quanto siamo stanchi tutti, anche se tu te ne rendi conto da solo, perchè capisci tutto quello che facciamo per te, e tu sempre a ringraziare. La tua generosità e gratiudine verso il prossimo non finirà mai! Sei anche per questo speciale! Da quella caduta è successo di tutto! Un ciclone dopo l’altro si è avventurato su di te e su di noi, ma ne siamo sempre venuti fuori! Cercheremo di farcela anche questa volta. Perché te lo meriti, perché hai tutto il diritto di vivere ancora e di essere felice con la tua famiglia, accanto ai tuoi nipoti che ami più di ogni cosa al mondo. Nipoti che ti stimano moltissimo e contraccambiano tutto il tuo amore. Essere amati così tanto è la cosa più bella che possa capitare ad una persona.
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