Buon lunedì e buon inizio settimana! Le
festività son finite e meno male perché qui non se ne poteva più di mangiare
così èèèè!!! non siamo più abituati a mangiare pranzi con antipasti, diverdi primi
e secondi e contorni. Per non parlare dei dolci, panettoni, torroni
e chi più ne ha più ne metta. Quindi eccoci qua, ritornati alla quotidianità. pranzi
regolari e cene sobrie e delicate fatte di zuppe e minestroni. Però prima di postare dei piatti più soft vorrei condividere con voi questa ricetta della nostra tradizione marchigiana che si mangia alla
vigilia di Natale (oltre al brodetto di pesce). lo stoccafisso all’anconetana! Questo piatto è molto rinomato e
molto frequente sulle nostre tavole alle vigilie e quaresime e anche no. Eh si
perché questo dello stoccafisso all’anconetana è un piatto decisamente importante
qui nelle Marche. c’è anche un’Accademia e un libro “Stoccafissando” nati dall’amore
di questo merluzzo proveniente dalle isole lofoten. divenuto da molto tempo “re”
indiscusso (insieme al brodetto all’anconetana) della nostra cucina.
a mio marito, mia madre e mio padre e
parenti piace moltissimo, a me un po' di meno ma questo non vieta che non ne debba parlare. sissamai che un domani cambi idea :) e questa ricetta è stata tramandata a mia madre
da un’anziana signora (anconetana doc) che ora non c’è più. una persona squisita e molto carina
nei nostri confronti. Barbara era il suo nome come quello della
mia nonna paterna, ed era la mamma di amici di famiglia. quando i miei genitori avevano
il ristorante mia madre cucinava questa ricetta al venerdì e divenne uno dei piatti del menù più apprezzato e più richiesto dai clienti! oltre al coniglio in porchetta e al vitello arrosto. Infatti la gente che proveniva da fuori Ancona e dalle Marche, se capitava nella giornata di venerdì ordinava come secondo lo stoccafisso perché fatto in
questo modo non lo avevano mai mangiato. ed erano entusiasti perché aveva quel
sapore gustoso e appetitoso che alla fine ci con il sughetto rimasto ci facevano anche la scarpetta :)
Stoccafisso
all’anconetana
Ingredienti (per 4 persone)
1 kg e 200 g di stoccafisso ammollato di prima
qualità (marca Ragno)
1 kg di patate gialle
una scatola (media) di tonno
2/3 acciughe sotto sale
1 cucchiaio di capperi sotto sale (da lavare)
1 cucchiaio di capperi sotto sale (da lavare)
1/2 barattolo di pelati
un etto di olive verdi grandi con
nocciolo
un bicchiere di vino bianco
un limone
sale e pepe q.b.
olio e. v. o q. b
olio e. v. o q. b
odori: una costa di sedano, una carota, una
cipolla bianca se piccola altrimenti metà se grande, uno spicchio d’agli, delle erbette e del
rosmarino.
La sera prima mettere a bagno in una
bacinella lo stoccafisso, tagliato in tre o quattro pezzi con il succo di un
limone, in modo da togliere quell’odore forte e deciso che ha, anche se si
potrebbe già prepararlo così perché è già stato in ammollo. il giorno dopo strizzare e spinare lo
stoccafisso. prendere un tegame grande o una cocotte e versare dell’olio e.v.o. (ce ne vuole
abbastanza) circa mezzo bicchiere e aggiungere le patate tagliate a pezzi
grossi con del rosmarino e uno spicchio d’aglio. nel frattempo prendere tutti gli odori
(sedano, carota, cipolla, erbette, aglio e rosmarino), le acciughe dopo avergli tolto le spine e lavate bene e i capperi (sempre lavati). mettere il tutto nel mixer e dare una tritata. a questo punto mettere lo stoccafisso nel
tegame sopra le patate, salare, pepare e versare un altro filo d’olio. Lo so
sembra tanta (la quantità d’olio) ma mia madre dice che va bene così perché lo
stoccafisso è ghiotto d’olio quindi abbondare! versare mezzo barattolo di pelati per
donargli un colore dorato. a questo punto versare tutti gli odori tritati. coprire con dell’acqua e un bicchiere di vino bianco. cuocere a fuoco
basso con il coperchio sino a che l’acqua non si sia asciugata. deve rimanere
solo un po’ di sughetto. ah con il sughetto che rimane alla fine si può anche
condire la pasta (tipo ciavattoni che sono la morte sua :)
“Arrivato al Museo del mare, in
Norvegia, per uno dei viaggi incontri organizzati dall’accademia dello
stoccafisso, vidi che c’era una foto di un monumento che ricordava l’arco di
Traiano, con dei vascelli in costruzione…così era capii poco dopo. Nell’immediato
dopoguerra, i collegamenti avvenivano principalmente via mare, ed essendo
uscita dalla guerra con le ossa rotte, la Norvegia aveva commissionato in
Italia diversi vascelli costali, quattro dei quali furono costruiti nel
cantiere di Ancona, e vennero pagati, praticamente con lo stoccafisso. Questa
tipologia di stoccafisso venne definita “stockfish Ancona” perché aveva
precise caratteristiche: non doveva essere più lungo di 120 cm, non più piccolo
di 95, rigorosamente di tipo Ragno. Lo stato italiano aveva dato ad Ancona la
concessione di smerciare il merluzzo in tutta Italia”.
Dal libro:
RACCONTI E RICETTE
DELLA BAIA DI PORTONOVO
affinità elettive
Antonio Attore – Franco Frezzotti-
Ludovica Lancianeseaffinità elettive
Baci Carla :)
lo stoccafisso...mia mamma ha fatto una vita da piccola a dirmi quanto era buona e quanto era impossibile...e questo natale...ora che siamo quasi grandi tutte e due...l'ha preparato...molto più semplice rispetto a te...le passo la ricetta
RispondiEliminaun bacione
ciao Lo!
RispondiEliminapoi mi fai sapere se gli è piacuta? :)
Buona domenica carisssima :)
ciao passavo di qui per caso e ho dato una sbirciatina alle tue ricette...penso che passerò presto e te ne ruberò qualcuna;)
RispondiEliminase ti va passa anche da me http://glamourgirl-naturalchic.blogspot.com/
Questo piatto l'ho mangiato al ristorante e non è che sono rimasta molto contenta può darse che la ricetta del cuoco non era quella giusta ,comunque questa ricetta me la scrivo e quando l'avrò preparata te lo farò sapere come è venuta.
RispondiEliminaCiao Carla... ma tu ci metti il tonno???? Questa sì che non la sapevo: qui al sud... non si utilizza. Mi hai proprio incuriosito. La prossima provo!
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