se il buongiorno si vede dal mattino alloraaaaaaa andiamo bene! no nel senso che, quando mi è arrivata l'altro giorno, la ricetta via mail, tramite mia cugina Maria Pia, giunta a Lei via telefono dalla suocera di Sassoferrato, che a sua volta è pervenuta nella cucina della suocera di mia cugina, dalla figlia della sua cugina veneziana...[un attimo che respiro]...ecco si, ci sono...riprendo il fiato...non chiedetemi come è approdata nelle mani della suocera di mia cugina che non lo so, ecco...dicevo che ero in uno stato a dir poco compiaciuto e sorridente! ma poi il "diavoletto" ci mette lo zampino (in questo caso mia madre) che mentre amalgamavo il tutto mi dice: "è troppo sodo l'impasto, aggiungi un po'di latte" . aggiungo, aggiungo, ai suoi ordini, rispondo! ;-) ma poi quando andiamo a mangiarle (le frittelle) l'impasto dentro era crudo! mannaggia, mannaggia e rimannaggia! riprendo tutti gli ingredienti senza scompormi, anzi più carica di prima e decido di cambiare pure qualcosina, facendo di testa mia! non aggiungo il latte e con il parere concordo di mia cugina e quello sfavorevole di mia madre al posto del rum metto il Varnelli, aggiungo un cucchiaino di anice verde di Castignano e sostituisco i pinoli con delle mandorle. mescolo bene il tutto e quando il composto è formato, vado a friggere nell'olio le frittelle per poi arrotolarle nello zucchero a velo. e finalmente dopo due tentativi le frittelle di mele rosa soooooono quiiii !! - veramente solo sul computer perché sono già finite! appena cotte sono una vera delizia - in tutto il loro splendore e profumo! quello aromatico della mela rosa dei Monti Sibillini e quello meraviglioso dell'anice verde di Castignano!
mercoledì 26 febbraio 2014
martedì 4 febbraio 2014
crema di cannellini, ceci, aglio e anelli di cipolle arrosto con timo
le ricette che oggi vi propongo sono tratte dal libro “What Katie Ate” che in Italia è
stato tradotto con “In cucina con Katie. Ricette e altri piccoli segreti”. in
inglese vuol dire quello che ha mangiato Katie o quello che Katie ha mangiato. invertendo
il soggetto il concetto è sempre quello! Beh vi domanderete ma chi questa Katie?
per molte di noi foodblogger è una domanda semplicissima ma per chi ancora non la
conosce e vuole sapere chi sarai mai questa Katie eccomi qui pronta! Katie è una
fotografa irlandese che per anni ha lavorato in uno studio grafico. poi ha conosciuto
suo marito Mick australiano e si è trasferita a Melbourne dove è stata assunta
da un importante studio come Design Director. per anni si è domandata se quello
fosse stato il suo vero lavoro nonostante le sue passioni per il design. ogni giorno si trascinava al lavoro
in maniera non soddisfatta come se ci fosse qualcos’altro che l’aspettasse
dietro l’angolo senza capire cosa fosse. poi quando nel 2009 muore sua madre
comincia a spronarsi e mettere ordine
nella sua vita. abbandona il suo lavoro grazie alla fortuna che le aveva
lasciato la madre e il padre e comincia a pensare cosa fare. nei mesi
successivi si rende conto che qualsiasi cosa fa gira intorno al cibo diventando sempre più una passione. decide così che sarebbe diventata la
migliore pasticcera di cupcakes ma senza ottimi risultati, poi la migliore
produttrice di biscotti glassati ma anche qui niente da fare, come pure la più brava
sfornatrice di macarons ma neppure questo era il suo campo. dopo vari fallimenti e il morale a zero, una sera una idea la colpì! avrebbe unito la sua esperienza creativa con la passione
per il cibo diventando una fotografa e food stylist. con questo entusiasmo comincia
la sua carriera attrezzandosi di buone fotocamere, facendo dei corsi di
fotografia, cucinando le ricette stagionali e sempre nuove. poi il suo tutor
Mark Boyle gli suggerisce di aprire un blog on line chiamandolo “What Katie Ate”
e da qui il libro. è un libro fatto con foto dal
colore marrone e nero, stile vintage e un po' retrò, dove il set non è perfetto nella mise en place. qui non c’è
la perfezione del cibo posto nel piatto garbatamente, non ci sono macchie o
gocce di unto nella teglia o nei piatti. qui ci sono le posate sporche del cibo
che si è appena mangiato, pezzi di formaggio e gocce d'olio sulla tavola,
limoni spremuti e cibo spezzato posti però in maniera chic. e questo per me la rende
speciale! uno stile inconfondibile. molto lontano dallo stile perfetto, bianco
e pieno di luce della fotografia che si trova in giro e che a me non dispiace
affatto! ma questo modo di comunicare di Katie in
maniera diversa mi affascina. mi sento attratta dalle pagine
di questo libro e non vorrei mai riporlo nella libreria. è come se avesse una
calamita! mi invoglia e mi stimola a cucinare, ad assaggiare quel cibo. un libro da sfogliare ma anche da mangiare non
solo con gli occhi!
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