L’altro giorno ero casa di mia
madre e dopo varie chiacchiere culinarie arriva zia Silvana (la sorella minore di
mia madre) portando in mano un vassoio contenente gli “sciughetti o sughetti”!
Mi dice: Carla questi sgiughetti sono per tuo padre che ne va matto! E che cosa
sono? Rispondo io! E’ un tipo di polenta dolce fatta con il mosto, assaggiala e
vedrai che è buona. A prima vista ho
fatto una faccia con due occhi sgranati ma sono consapevole che mai dire “non
mi piace se prima non si è provato” giusto? allora ho preso un cucchiaino per
prenderne una piccola parte di questa polenta o gelatina rossa. Si perché per
me rassomiglia molto a una gelatina. Ma appena comincio a deglutire quella piccola dose rimango
stupita e meravigliata! Ne prendo un altro cucchiaino e dico a me stessa che
non è niente male! Mio padre mi guarda e mi domanda: allora? Che ne pensi? Lo
sai che questo è un antico piatto contadino della nostra terra. Lo mangiavo
spesso quando ero ragazzo. E tua zia sapendo che mi piace molto me l’ha portata.
Lei, la zia ci tiene molto a tramandare le vecchie tradizioni e a far contenta
le persone a cui vuole bene. A questo punto ci siamo date appuntamento nella
sua cucina per insegnarmi la ricetta. e considerato il fatto che ancora in
alcune zone la vendemmia non è terminata grazie al tempo clemente e sperando
che ancora anche voi riusciate a trovare al mercato dell’uva fragola, vi
rimando questo piatto antico della tradizione contadina marchigiana, vi va?
Prima della ricetta qualcosa in vernacolo :)
Setembre, uva, vendemia e mosto.
E col mosto, la farina de grà o de'
granturco, njaltri ce famo i sciughetti.
E' un dolce bono 'mbel pò.
Fe nulì el mosto po ce butè la farina.
Dovè girà 'ntun pentolò cume
se fa cu la pulenta. Ala fine ce
metè le noci o le mandule
bele tritate. Fe bulì un tantì e pò
verzè 'ntun piato per falo rafredà.
'Na squisiteza, un dolce tipico de
stu periodo. Na volta i cuntadini li
preparavane per purtali in paese
in dono ale persone impurtanti
in zegno de stima e de usequio.
Se preparane pure 'nte culal'tre
pruvince marchigiane.
li chiamane "sughitti" a Macerata
e Pesaro, i "sapetti" ad Ascoli.
Niente a che vedè con le verziò
industriali,mejo lascià perde!!!
Le dosi sono per ogni litro di
mosto:
1 litro di mosto
200 gr di farina di mais100 gr di noci tritate
*un cucchiao di zucchero
Si prende l’uva fragola (circa
700/800 gr) rossa e bianca e ci si ricava il
mosto spremendola bene bene. Ah se volete conservare il mosto per fare altri
dolci o altre cose varie conservatelo una volta freddo in una bottiglia di
plastica, nel surgelatore e all’occorrenza tiratelo fuori! Con il mosto da
queste parti si fanno anche le ciambelline e il pane. Questa ricetta della ciambellina di mosto la devo chiedere
all’altra zia che la sa fare bene :) Allora dicevo una
volta spremuta l’uva la si versa nella Cocotte di ghisa che usarla per questa occasione
è un vero must! Meglio di così non si può! La si fa bollire e schiumare per
circa 30 minuti o sino a che il liquido non si è ridotto della metà e infine si fa
raffreddare. Questa operazione si può fare anche il giorno prima. Una volta
che il mosto è freddo si aggiunge lo zucchero (un cucchiaio) e lo si fa bollire appena cioè il tempo che si sciolga. Versare ora a pioggia la farina di mais e girare con un cucchiaio di
legno o altrimenti con una frusta. Cuocere per circa
20 minuti a fuoco basso fino a che non si ha la consistenza della polenta.
Spegnere il fuoco e aggiungere le noci tritate mescolando bene. Versare il
tutto su un piatto grande o vassoio di legno o in ciotoline facendola raffreddare. A questo punto la
polenta diventa come una gelatina :) Una volta si usava mettere metà
farina bianca e metà farina gialla, o solo farina bianca o come in questo caso solo farina gialla, ma mia zia preferisce
farla con la farina di mais perché le sembra che rimanga più
consistente e corposa. Voi potete provarla come volete. Devo ammettere che il gusto è
decisamente dolce e particolare (direi anche che si potrebbe togliere la dose dello zucchero), la croccanteza delle noci le conferisce quel tocco che non guasta e che serve a spezzare la morbidezza del
composto e alla fine della fiera direi che questi piatti antichi della nostra tradizione sono fatti con pochi ingredienti, semplici ma buoni! :)
Questa polenta che vedete nel colore rosso violaceo è fatta con uva fragola rossa ed è quella che mia zia ha portato a mio padre, mentre quella nelle foto su in alto (di color marrone) è preparata con uva fragola bianca e uva fragola rossa. Queste caramelline sono dei piccoli esperimenti che ho fatto io, non proprio riusciti. Ho messo le foto solo perchè a vederli sono carini altrimenti oltre al fatto che lo zucchero veniva assorbito rapidamente dalla polenta il tasso zuccheroso era troppo alto! però senza il contorno dello zucchero e serviti in pirottini può essere un'idea sfiziosa e carina da portare in tavola per far conoscere dei nuovi sapori, perchè no?
Ultimo avvertimento: non
mangiate questa polenta calda perché è decisamente lassativa :)
Buona giornata a voi tutti!
Bellissimo questo tuffo nel passato. Un passato che bisogna far rivivere più spesso, sopratutto di questi periodi.
RispondiEliminaConosco la ricetta e ogni tanto mi capita di assaggiarla regalata da qualcuno.
Grazie per averla proposta.
Questa è un'assoluta novità per me... ma deve essere davvero favolosa!
RispondiEliminaRitorno all'infanzia... li preparava mia nonna!
RispondiEliminaDecisamente piacevole ! Chissà che deliza.
RispondiEliminaRoberto
A vedersi sono deliziosi con un bellissimo colore! E' una ricetta antica che varia un pò da regione a regione
RispondiEliminaBaci
guglielmina
in Romagna si faceva una preparazione simile, col pangrattato invece della farina facendola bollire pochi minuti. Non si metteva lo zucchero, che in campagna era un lusso, ma i semi di finocchio. Purtroppo non la conosce più quasi nessuno. E' importante divulgare queste ricette, prima che vadano perse completamente. Grazie per averci dato la versione marchigiana, appena ho tempo la provo.
RispondiEliminasquisita ricetta, ottimo!
RispondiEliminabuona serata
eccomi finalmente!
RispondiEliminaarrivo a rispondere ai vostri commenti!
Sono giornate intense queste!
Allora veniamo alla ricetta in corso che direi ha rispolverato i ricettari di una volta, ha fatto risalire alla memoria tradizioni antiche dei nostri genitori, nonni, zii e amici e ne sono contenta!
Saper riscoprire,rivalutare e tramandare ai nostri figli piatti delle nostre radici non fa che farci bene! E sapere anche come si evolve da regione a regione ci arricchisce e sorprende tutti!
Mi hanno fermato amici e conoscenti, mi hanno mandato mail e mi hanno telefonato persone dicendomi che anche loro conoscevano questa ricetta provata tramite i loro parenti e chi invece non l’ha mai provata è giunto il momento di assaggiarla :)
Buon serata a tutti voi che passate di qua!
E state certi che se trovo altre di ricette antiche non farò altro che condividerle con voi!
Baci Carla
Ciao Carla, piacere di averti trovato ...sei marchiggiana come me,questo piatto della nostra cultura...e molti non conoscono..belle le foto...!!
RispondiEliminaHo guardato la ricetta...tu metti più farina perchè li fai a cubetti,i miei si mangiano con il cucchiaio...un abbraccio..!!
Anch'io con la polenta non vado molto d'accordo, ma se cucinata a dovere...mmmh...buona!
RispondiEliminaUn abbraccio
Benvenuta marchigiana Patty!
RispondiEliminaSono contenta di conosere altre food blogger della mia terra :)
si se ci metti meno farina diventa un dolce al cucchiaio :)
i cubetti li ho fatti io per provare a fare delle caramelle (mi piace sperimentare)dato che la consistenza me lo permetteva, altrimenti si mangia in cocottine o piatti come una polenta comune ma più gelatinosa :)
a presto!
Kafcia da noi la polenta in questo periodo è un tipico piatto che piace molto a tutti.
...mi riporta indietro nella memoria e nel tempo di quando ancora avevo i nonni e la si mangiava su una grande tavola di legno...con il sugo al pomodoro e con quello alla salciccia e formaggio a valanghe...ognuno armato di forchetta iniziava il suo bordo per poi trovarci tutti al centro, darsi appena una occhiata per prendersi l'ultimo boccone :)
...questa in versione dolce è una scoperta per me e non è niente male...
Baci
Ciao! :) Sono contenta di essere la tua follower n°100! :) A presto e complimenti per il blog!
RispondiEliminaCiao Giovanna e benvenuta!
RispondiEliminaGrazie per seguirmi e per i complimenti...un bacio! :)
Ciao Carla, sono Enrico di Ancona, oggi ho preparato il mosto e mi accingo a preparare i sciughetti (che mi piacciono tantissimo), ma,.........quale è la dose di zucchero?
RispondiEliminaCiao
Ciao Enrico!
RispondiEliminami sono dimenticata di scriverlo!
allora la dose dello zucchero è di circa un cucchiaio ma tu puoi fare come credi a seconda se prefereisci un sapore più o meno dolce :)
io come scritto sopra lo avrrei tolto perchè preferisco un gusto più aspro :)
Fammi sapere!
ah ho aggiornato gli ingredienti :)
RispondiEliminaCiao a tutti, sono Jessica di Ancona ;) Sono un anconetana doc PER FORTUNA!!! Mia nonna mi fa sempre i sciughetti...è solo...che la ricetta è un pochino diversa!!! Ps. l'uva con cui fa gli sciughetti è uva raccolta nel campo e non ha prodotti chimici!!! Te vojo bè Ancona mia <3 <3 <3 !!!! W i marchigiani e soprattutto...W GLI anconetani!!!
RispondiEliminaI sciughetti de nialtri so boni m bel po :D !!!
RispondiEliminaNon necessita lo zucchero, il mosto è già dolce!
RispondiEliminaNessuno sa dirmi come venivano conservati. Perché mi risulta che a Corridonia e a Treia riuscivano a farli arrivare fino a Natale.
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